venerdì, settembre 29, 2006

Lettera aperta ai tesserati della Margherita

Cari tesserati della Margherita,
venite a “disturbare il manovratore”…


Domenica scorsa la nazionale italiana di ciclismo ha conquistato il mondiale su strada. Tutti i corridori si sono messi a disposizione della squadra, rendendo impegnativo un tracciato che altrimenti avrebbe portato il gruppo in volata, dove altri sarebbero stati i favoriti. Gli azzurri hanno portato Paolo Bettini nelle migliori condizioni al traguardo, e alla fine hanno potuto festeggiare assieme mentre risuonava l’inno di Mameli.
Nel ciclismo, a volte si cade nell’errore di credere che conti soprattutto l’individuo, ma chi è salito ancora in sella ad una bici sa che “un uomo solo al comando” è un’affermazione difficilmente realizzabile senza una squadra che ti supporti; lo stesso vale in politica.
In questi giorni, e fino al Congresso provinciale che la Margherita terrà il prossimo 29 ottobre, abbiamo la straordinaria opportunità di “pedalare” assieme. Il giro del Trentino che in una ventina di giorni ci porterà in molte località per le nomine del Parlamentino del partito e per farvi conoscere le nostre idee (potete trovare il calendario completo delle assemblee sul sito della margherita, www.margherita.tn.it), ci offre la possibilità – lo ripeto: straordinaria – di toccare con mano realtà fra loro molto diverse, di dialogare con la gente della Margherita, di dimostrare che la politica non è un affare privato di pochi noti. Ma soprattutto, ci darà la possibilità di ascoltarvi.
La politica questo dovrebbe essere: ascoltare la gente. E naturalmente, poi, attraverso l’amministrazione, rispondere ai loro bisogni. Spesso però ce ne dimentichiamo. Nel primo incontro del nostro tour, a Brusago, ho cercato di spiegarlo con un’immagine. Pensiamo di essere a bordo di una vettura, che chiameremo – guarda caso – Margherita. E’ una vettura che nelle strade diritte viaggia bene anche con la sola trazione anteriore, ma per viaggiare sempre senza sorprese, con equilibrio, dovrebbe dotarsi di una trazione integrale.
La trazione anteriore è l’amministrazione: in questo la nostra classe dirigente si è rivelata all’altezza, e lo dimostrano gli ottimi risultati raggiunti in questi anni. La trazione posteriore è la politica: qui ultimamente abbiamo perso colpi. La soluzione? Sta nel mezzo, ovviamente. E’ quella che ho chiamato la trazione integrale: vale a dire, il rapporto virtuoso ed equilibrato tra l’amministrare il territorio e il fare politica. Al grande lavoro che svolgono con efficacia i nostri amministratori – siano essi sindaci, assessori o consiglieri provinciali – dobbiamo affiancare il sostegno del partito, con la sua capacità di elaborazione culturale, politica, di valori.
Ma questa vettura ha bisogno anche di altro: ha bisogno che tutti diano il loro contributo a guidarla. Io non credo affatto alla figura di un “guidatore” unico, isolato dal territorio. Magari anche capace, ma solo. Se le parole hanno un senso, penso che la parola “coordinatore” dica tutto: coordinare significa, appunto, consentire alle persone di lavorare insieme.
Nei prossimi giorni anche per voi si apre un’opportunità straordinaria: avrete la possibilità di “parlare al conducente”, di “disturbare il manovratore”. Perfino di dargli una mano nella guida.
D’altra parte, proprio per questo non siamo mai stati un partito tradizionale, grazie alla nostra territorialità, intesa come capacità di ascolto della comunità.
Dal 29 ottobre in poi si apre l’opportunità di una nuova stagione per la Margherita trentina. Quella di ritrovare il suo spirito originario, per ripartire da quell’entusiasmo, da quella voglia collettiva di fare. Ripartire dal cuore dei Trentini.
Personalmente, ho sempre considerato che solo così la politica possa avere un senso: correre insieme perché alla fine possa vincere tutta la squadra. Ecco perché, per quanto mi riguarda, mi impegnerò a fondo per fare in modo che quella nuova stagione cominci davvero.

4 Comments:

At 3:50 PM, Anonymous Anonimo said...

una domanda, tu dici:

La politica questo dovrebbe essere: ascoltare la gente. E naturalmente, poi, attraverso l’amministrazione, rispondere ai loro bisogni.

Ma non credi che la politica, e quindi i partiti, dovrebbero essere oltre che il luogo dell'ascolto anche quello della sintesi?

Laura

 
At 4:39 PM, Anonymous Anonimo said...

... l'autista per far bene il suo lavoro deve avere un buon tragitto, fermate studiate bene dove la gente sale con le idee gia chiare...se salgono uno ad uno e dicono la loro... di strada se ne fa poca e magari con qualche sbandata... se nelle fermate la gente è "informata" e deve seguire delle "regole semplici"... le indicazioni saranno poche, chiare e utili... nella confusione l'autista giuda e sentendo ma non ascoltando...arrivando dove vuole e quando vuole...e la gente a parlato a vuoto... ( sei un grande )

 
At 11:28 AM, Anonymous Anonimo said...

Margherita verso il congresso. 7 mozioni e 3 tesi. Quasi tutte più o meno condivisibili e contemporaneamente discutibili. Sembra di leggere un bollettino meteorologico che, al solito, dice tutto e niente.
Ma non basta una tesi.
Lettera di Luca Zeni aperta agli iscritti: […] La politica questo dovrebbe essere: ascoltare la gente. E naturalmente, poi, attraverso l’amministrazione, rispondere ai loro bisogni […]
Ma non bastano una tesi e una lettera.
Facciamo nomi e cognomi.
Perché Luca Zeni dovrebbe ascoltare più di un Lunelli o un Magnani?
Chiedetemi quanti anni ho…
E’ proprio vero che, in quanto giovane e carico di entusiasmo, Luca Zeni è più distante da quella mentalità che sta lentamente facendo assopire il movimento margheritino?
Cosa voglio fare…
Se la sente Luca Zeni di vestire i panni dell’uomo politicamente più autorevole in seno alla Margherita? (sulla carta più autorevole anche di Lorenzo Dellai)
Cosa farà una volta eletto? Cosa farai per noi una volta eletto? Cosa vorresti diventasse la margherita di Luca Zeni?
[…]Dove va la Margherita? Crediamo che la risposta sia questa: andremo non
dove vorrà il futuro coordinatore, ma dove vorremo tutti noi, insieme, decidendo
insieme, costruendo insieme le condizioni per il percorso. E’ concluso il tempo
degli strappi di chi decide in solitudine.[…]
Da politico credi veramente che la strada giusta sia quella che cavalca le ali della democrazia?
E DOVE lo voglio fare…
Se la sente Luca Zeni di coordinare 11 territori carichi di aspettative ed in tal senso qual è la sostanza della sua candidatura?

In questo blog il manovratore dovrebbe essere disturbato più spesso perché prima del 29 va misurato da capo a piedi. Carisma e preparazione compresi.



Risposte. Risposte. Risposte.


Oggi insegniamo ai ragazzi che la politica è corrotta, come se gli spiegassimo che un tostapane serve a carbonizzare il pane. Invece bisogna spiegare che anche la democrazia ogni tanto si guasta, fa corto circuito e bisogna rimetterla in sesto. F.S.

Fatichiamo assieme.

 
At 4:04 PM, Anonymous Anonimo said...

Caro F.S. (ma perché firmare un commento fa tanta paura? Questo vale, naturalmente, anche per chi mi sostiene e incoraggia: se vi firmate le vostre parole acquistano maggiore peso. Del resto lo spirito del blog consente anche i pensieri in libertà, coperti dall’anonimato),
mi fa piacere che tu abbia colto il senso di questo spazio, che non vuole essere un momento celebrativo per il sottoscritto, ma un luogo di confronto sulla politica, sulla Margherita, su qualsiasi cosa possa interessare chi interviene, comprese le critiche e le provocazioni.
Già questo dovrebbe essere una dimostrazione di quale sia lo spirito con cui io intendo la politica: il blog è forse lo strumento più aperto e pericoloso di partecipazione, perché senza controlli e filtri (con l’eccezione degli insulti agli “avversari”, che non sono tollerabili, anche perché penalmente risponde il proprietario del sito…), e potrebbe essere uno strumento interessante da utilizzare anche per il sito ufficiale della Margherita.
Tu sollevi alcune perplessità sulle garanzie che potrei dare io, in quanto giovane:
perché dovrei essere più aperto all’ascolto di altri? Credo sia la mia storia a dimostrarlo. Sono ormai molti anni che partecipo alla vita politica, e ho sempre sostenuto l’esigenza di una politica aperta alla base degli iscritti ed alla società. Con il gruppo giovani provinciale, di cui sono stato uno dei coordinatori, assieme a due preparatissime ragazze, non ho fatto altro che portare avanti l’esigenza di formazione, anche come strumento di coinvolgimento dei giovani in politica. In consiglio comunale a Pergine, dove sono capogruppo della Margherita, sul tema dell’esigenza di partecipazione, ho incentrato la maggior parte della mia attività: dalle consulte ai rappresentanti frazionali, fino a promuovere l’approvazione di una mozione che prevede, di nuovo, l’attivazione di un blog sul sito del comune.
Per me quello della partecipazione non è uno dei temi, ma IL tema centrale della politica, della democrazia. Democrazia. È un altro degli snodi che tocchi nel tuo intervento.
Nella mia tesi dico che
La democrazia – che oggi rappresenta il maggiore mito delle scienze politiche occidentali – non può ridursi ad essere un mero meccanismo elettorale, che si identifica nel principio maggioritario. Deve essere invece qualcosa di qualitativamente diverso, che non può prescindere da irrinunciabili diritti della persona e delle minoranze, dalla trasparenza delle scelte, da una limitazione della volontà della maggioranza.
Chi crede nella democrazia così intesa, non può che perseguirla (non certo esportandola con la forza) applicandola, a partire dai partiti e dalle amministrazioni più vicine ai cittadini. Naturalmente perché la discussione sia feconda, il partito e gli amministratori dovranno essere in grado di trarre delle conclusioni, e decidere: non può essere messo in discussione il diritto-dovere di chi ha la responsabilità delle scelte di assumere decisioni anche impopolari. Deve però farlo con consapevolezza e trasparenza. (…)
Hannah Arendt ci ricorda essere di gran lunga migliore il politico che agisce nel rispetto delle regole democratiche, addirittura anche se in nome di una cattiva causa, piuttosto che quello che utilizza metodi non democratici per i fini più nobili. Cosa voglio dire? Che l’unico modo possibile per realizzare una società giusta e democratica, con un’etica diffusa, dove ci sia parità tra gli uomini, è comportarsi secondo le stesse regole, non limitarsi a proclamarle.
L’altro dubbio che sollevi è quello relativo all’autorevolezza. Che garanzie può dare uno di 27 anni? Ti rispondo con un'altra domanda: cosa significa autorevolezza in politica?
Sai, credo che non sia l’età di una persona a contare; la mia età suscita a volte delle perplessità (anche se meno di quante pensassi, a dire il vero: sono davvero molte le persone che mi dimostrano sostegno e per le quali l’età è un elemento irrilevante in politica) ma credo questa accada soprattutto perché viviamo in un Paese spesso gerontocratico. Nella maggior parte degli Stati occidentali sarei considerato “in media”. Pensa solo all’Inghilterra, dove in questi giorni Blair, dopo aver governato una delle maggiori potenze del mondo per molti anni, si ritira dalla scena politica a 47 anni.
Per quanto riguarda la Margherita, nei prossimi anni ci aspettano momenti importanti: i rapporti con gli alleati di governo e la difficile fase di preparazione alle elezioni del 2008, il dialogo con Bolzano e con Roma, la fase costituente di un nuovo soggetto politico del centro sinistra. Anni in cui la Margherita trentina dovrà assumersi precise responsabilità, dovrà continuare a rappresentare un protagonista e non un attore comprimario sulla scena politica locale e nazionale. Ma da dove prenderemo autorevolezza e prestigio se non riusciremo a ricucire lo strappo fra il partito e la sua base, anzi fra il partito e la comunità locale nel suo insieme? Un coordinatore, qualunque sia la sua età e il suo nome, è autorevole se è alla guida di un partito vivo e partecipato, ampio e plurale.
Concordo con te sulla considerazione finale, sulla politica corrotta. Nella lettera agli iscritti, che tu hai citato, uso l’immagine della squadra di ciclismo, per dire che nella Margherita dobbiamo essere squadra, lavorare assieme per il Trentino. Non avevo pensato però ad un ulteriore analogia, che emerge dalla metafora. Il ciclismo viene visto nell’immaginario collettivo come uno sport dopato, per cui non si può vincere senza barare. Io ho corso tanti anni in bici con gli amatori, ed ho imparato quanto sia dura allenarsi tante ore per andare forte, quanta fatica costi; alla fine però vedi che è possibile fare bene anche in maniera pulita. Allo stesso modo in politica non tutti sono mossi da idealità e passione, e senza dubbio la democrazia, così come abbiamo detto vada intesa, costa molta più fatica del centralismo e del controllo del potere nelle mani di pochi, però è possibile. Di questo sono davvero convinto: se lo vogliamo, insieme, possiamo cambiare il mondo!
ciao LUCA

 

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