lunedì, febbraio 05, 2007

Luca presenta il progetto sulla scuola di formazione:

Durante il parlamentino provinciale della Margherita di oggi (lunedì 5 febbraio), Luca ha consegnato il suo progetto per la scuola di formazione.

“Ritengo che la globalizzazione, ossia l'eliminazione delle barriere al libero commercio e la maggiore
integrazione tra le economie nazionali, possa essere una forza positiva e che abbia tutte le potenzialità per arricchire
chiunque nel mondo, in particolare i poveri. Ma perché ciò avvenga, è necessario un ripensamento attento del modo in
cui essa è stata gestita, degli accordi commerciali internazionali che tanto hanno fatto per eliminare quelle barriere e
delle politiche che sono state imposte ai paesi in via di sviluppo durante il processo di globalizzazione".
Joseph E. Stiglitz, La globalizzazione e i suoi oppositori


Questa una delle due citazioni con cui si apre il documento e che ben si presta a rappresentare una delle considerazioni portanti che sottendono a tutti i ragionamenti che, su questo progetto, abbiamo sviluppato in questi mesi: la politica è "un’ arte" che comporta impegno e competenza, proprio per quella responsabilità nei confronti della società che è il fine del suo agire. Di qui l'esigenza di un luogo con il compito di rispondere all'esigenza, espressa oggi da molte persone, di trovare momenti e spazi per
affrontare i tanti temi politici al di fuori dagli incontri ufficiali, dove le posizioni di partito sono già cristallizzate.

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Dellai: voglio dare una scossa all'immobilismo della coalizione

Lorenzo Dellai non va veloce sugli sci. È prudente - e infatti indossa il casco «come tutti dovrebbero fare», sottolinea - ma non si ferma mai. Scende dall'impianto di risalita e si butta sulla pista fino in fondo, senza nemmeno una sosta, se non quando costretto ad aspettare chi l'accompagna. Poi in seggiovia parla di politica: «È l'immobilismo il pericolo maggiore che vedo in questo momento». E viene subito da pensare che il suo modo di sciare è il suo modo di essere. È fatto così: deve sempre andare avanti. Il presidente della Provincia ha scelto ieri le nevi del Cermis, nel giorno dell'anniversario della seconda tragedia, per dedicarsi a uno sport che ha scoperto di recente (è solo da tre anni che scia) ma che lo appassiona molto e che - confessa - è l'unico che pratica. Per aver imparato da poco, si difende bene. Lui spiega che va a sciare ogni volta che può e cerca di cambiare sempre località, per non fare torto a nessuno, se no poi c'è chi si lamenta. La giornata è splendida e anche le piste, nonostante quest'anno la neve si sia fatta desiderare. Ma dicono che sul Cermis gli uomini dei gatti delle nevi siano dei veri maghi nel pigiare quella artificiale, poi c'è l'esposizione, l'inclinazione del sole. Insomma, la raccontano lunga, ma comunque il risultato è sotto gli occhi. Dellai arriva presto. Alle 9 è già con gli sci ai piedi, inarrestabile. Anche perché, non appena si ferma trova spesso qualcuno che lo riconosce - nonostante il casco - lo saluta o lo intrattiene, a seconda della confidenza. È consapevole, il presidente, che sono in molti in questo momento, sia nella sua coalizione che all'opposizione, che si stanno chiedendo cosa gli stia passando per la testa. Quali mosse ha in mente di fare per ridare slancio a un progetto politico che appare ripiegato su se stesso. E soprattutto ci si chiede se ha ancora la grinta di una volta o è ormai un leader indebolito e in declino, che ha perso il congresso del suo partito - la Margherita - viene criticato dai suoi assessori e dalle forze politiche della sua stessa coalizione, mentre la sua giunta non riesce a rendersi popolare, ma si attira soprattutto ostilità. Lorenzo Dellai non si mostra preoccupato per il suo destino personale. «Sono sereno» dice. E il tono è sincero. Il suo pensiero è tutto concentrato sul futuro della sua coalizione di centrosinistra autonomista. Ma in realtà la sua persona e il progetto politico sono due cose intrecciate tra loro. Proprio per questo, dalle nevi del Cermis, il presidente annuncia cosa ha in mente. «Innanzitutto - esordisce - vorrei subito dire, una volta per tutte, che alle prossime elezioni provinciali non ci sarà una lista Dellai. Io ho sempre costruito progetti politici e non robette personali. D'altra parte mi rendo anche conto che i partiti della mia coalizione stanno riflettendo, ma questa riflessione va accompagnata con iniziative, luoghi di incontro e elaborazione che possono essere dentro, ma anche fuori dai partiti. Io intendo dunque farmi carico di proporre qualche iniziativa trasversale, che non è un partito o una lista, ma che dovrà servire a costruire una coalizione che sia all'altezza di affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte». Dellai continua a pensare che il congresso della Margherita sia stata un'occasione persa. Era lì, secondo la sua visione, che il partito avrebbe dovuto prendere atto che si è chiuso un ciclo e che ora va costruito qualcosa di nuovo, di più grande, con gli alleati, «un partito certamente democratico, ma anche autonomista e territoriale». Invece, Lunelli, Grisenti, Betta non l'hanno seguito. Lui ha incassato la botta e oggi fa capire che non vuole avere risentimenti personali nei confronti di nessuno. «In politica è così» dice, mentre scende dall'ovovia. Ma il presidente continua comunque per la sua strada. Non ha cambiato idea su cosa serve oggi alla Margherita e al centrosinistra. «Non c'è alternativa - sostiene Dellai - ma la costruzione di questo nuovo progetto va fatta per bene perché dobbiamo farlo capire e avere il consenso della nostra base elettorale, anche di quella parte della Dc della prima Repubblica che abbiamo strappato al centrodestra, anche se devo dire che in Trentino non c'è mai stata una Dc di destra. I dorotei non lo erano, Piccoli non lo era. E oggi non mi preoccupano le esternazioni di Amistadi: non sono rappresentative di quello che è la Margherita. Noi siamo nel Dna una forza di centrosinistra, non esistono alternative». Dunque, se ora, la Margherita, ma anche i Ds e gli autonomisti non si daranno una mossa, ci penserà comunque lui, il fondatore della Civica, a fare qualcosa per avviare il processo con questo suo movimento trasversale, che ha tutta l'aria di un partito democratico autonomista in embrione. «Io suggerisco - continua il presidente sciatore - di fare ragionamenti oggi più di politica e di prospettiva che non di assetto organizzativo ed elettorale. Vedremo quante liste si faranno, come si faranno, è un discorso da fare in un secondo tempo. Ora dobbiamo costruire un percorso politico a misura di Trentino Alto Adige, tenendo conto anche degli sviluppi che ci saranno a Bolzano». La sensazione infatti è che la Svp sia destinata a perdere progressivamente il suo ruolo di partito di raccolta e che una grande forza di centrosinistra - a vent'anni dal sogno di convivenza del verde Alex Langer - possa riuscire a rappresentare tutti e tre i gruppi etnici. «Le liste - insiste Dellai - sono strumenti, sono i progetti che sono il fine. Ora dobbiamo pensare a rafforzare l'idea di una grande intesa tra le culture politiche democratiche riformiste e autonomiste di questa terra». Il presidente vuole giocarsi il suo futuro su questo progetto e fa sapere: «Il mio problema oggi non è essere o meno indispensabile. Non ho un'ansia di prestazione per il 2008, nel senso che non intendo candidarmi ad ogni costo. Io a 47 anni, ho passato 8 anni in Comune, dieci in Provincia, ho costruito la Margherita e sottratto il Trentino all'ondata del berlusconismo. Oggi mi sento un uomo libero, non ho altre mire, altri disegni personali. Nel 2008 mi ricandiderò se sapremo fare uno scatto di qualità». Certo Dellai sa che la sua coalizione al momento non ha alternative a lui, ma l'avvertimento è chiaro: se le forze politiche del centrosinistra pensano di arrivare al 2008 barcamenandosi nel difendere ciò che ritengono di avere in mano oggi. Lui non ci sarà. Verso l'una Lorenzo Dellai incontra sulle piste Carmelo Zini, presidente del consiglio comunale di Cavalese, che sul Cermis praticamente ci vive. Fanno una sciata insieme. Poi il presidente scende a valle. La giornata di libertà è già finita.
di Luisa Patruno fonte: www.ladige.it